martedì 9 febbraio 2016

Sarajevo? - E chi lo sa - L'assassinio di Boris Nemtsov

I gufi, direbbe il "nostro", continuano a prospettare il pericolo, o addirittura la realtà, della terza guerra mondiale. Quella vera, non quella "fredda", che appunto è rimasta fredda come guerra mondiale, anche se è stata molto "calda" per i paesi "periferici" dove è stata combattuta. Valga per tutti l'esempio del Vietnam, dove è stata così calda che gli americani vi bruciavano interi villaggi col napalm. E neppure sarebbe più quella "a pezzetti" evocata a più riprese da Bergoglio - che però, dopo la "parusia" dell'ISIS, l'ha messa in sordina. Ora, non sembrerebbe che Boris Nemtsov possegga la statura simbolica dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria-Ungheria, e tanto meno la sua accompagnatrice, rimasta per altro illesa, può essere paragonata alla moglie dell'arciduca. Tuttavia nulla si può escludere. Quali sono le ipotesi? Non escludendo un omicidio di tipo mafioso maturato all'interno del sottobosco economico-politico moscovita, l'assassinio di Boris Nemtsov sembra evidentemente gravido di un immediato e pesante significato politico. Tanto più che la vittima stessa sembra avesse già manifestato il suo timore di essere ucciso "da Putin", in quanto suo diretto avversario politico che pubblicamente lo accusa di essere il responsabile della guerra in Ucraina. E quindi - e in questo sta la pericolosità reale dell'evento - questo omicidio potrebbe essere la causa scatenante di disordini destabilizzanti all'interno della Russia. Ma questa conseguenza potenziale è la base stessa della interpretazione opposta, presumibilmente quella avanzata subito da Putin, che ha immediatamente battezzato l'assassinio di Nemtsov come provocazione. Ma chi è Nemtsov? Tutti si affanneranno a spiegarcelo, nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Noi abbiamo a disposizione una testimonianza diretta, raccolta nel 2008, sul ruolo di braccio destro di Eltsin ricoperto da Boris Nemtsov. Ecco che cosa diceva di Nemtsov nel 2008, quindici anni dopo il definitivo colpo di stato di Eltsin, uno dei resistenti rinchiusi nel parlamento russo attaccato a colpi di cannone dagli sgherri filo-occidentali che guidarono quell'assalto:
Perché io sono sicuro di questo? Perché proprio a me, pochi mesi - 2-3 mesi - prima degli eventi di ottobre - sono pervenute offerte dalla squadra di Eltsin, in particolare, posso fare il nome di un uomo che ha parlato con me, questo è Boris Nemtsov. Avanzarono offerte dopo l'inizio dello scioglimento del Congresso e del Consiglio Supremo. Già allora questo era chiaro, dopo il marzo 93, quando fu messo a punto lo scenario del lavoro da fare, quando fu fatta la prova del primo tentativo di sciogliere il Congresso ed il Consiglio Supremo, quando Eltsin si rivolse con un appello televisivo alla popolazione della Russia, annunciando che sospendeva l'attività del Congresso, questo poi non si avverò, ma fu la prima prova del copione. Dopo questi tentativi fatti da Eltsin in marzo, Boris Nemtsov si rivolse direttamente a me, disse che il Consiglio supremo e il Congresso sarebbero stati ugualmente sciolti, che sarebbe stata usata la forza contro i sostenitori della legittima autorità, disse che la resistenza sarebbe stata inutile, e mi invitò ad un incontro con Eltsin, promettendo molte, e molto grandi preferenze politiche, promise grandi dividendi. Io, naturalmente, ho rifiutato, ma le condizioni che presentava la parte presidenziale erano molto semplici: quando tutto comincerà, ha detto Nemtsov, non spingete la gente nelle strade; potete criticare, scrivere articoli, ma non spingete la gente nelle strade, esortatela a rimanere a casa. Proprio questo è ciò che ha fatto nel momento critico Gennady Zyuganov, da cui io traggo la conclusione che egli era stato puramente e semplicemente acquistato dalla amministrazione presidenziale. Questa è la mia profonda convinzione. Se egli fa conto che si tratti di una calunnia, che si rivolga al tribunale.
Questo è il significato concreto di quanto affiora anche dai mass-media, quando ricordano che Nemtsov era in procinto di diventare il delfino-successore di Eltsin: nient'altro che il suo tirapiedi. Si sa che che in seguito la banda criminale di Eltsin è stata sconfitta e posta ai margini, fino alla pressoché totale emarginazione di Boris Nemtsov dalla gestione del potere. Non per nulla stava rientrando in scena come quinta colonna della Nato in Russia rispetto alla questiona Ucraina. Ovviamente, e torniamo al dilemma iniziale, questa posizione può giustificare sia l'interpretazione che fa risalire l'agguato ad una diretta responsabilità di Putin. Ma anche, come pure si è detto, può benissimo essere una provocazione che costituisca la scintilla per destabilizzare la Russia, senza che si possa scartare un mix in cui un regolamento di conti all'interno dei "liberali" capitalisti russi funzioni benissimo anche come deflagrante, almeno nelle intenzioni di chi lo ha compiuto, delle difficoltà di una Russia che si trova sotto l'attacco globale occidentale. Qui sotto l'articolo integrale tratta dalla Pravda dell'ottobre 2008:
Ilya Konstantinov: «La verità storica è stata dalla nostra parte»   A Mosca questo fine settimana saranno cerimonie funebri in ricordo dei tragici eventi del mese di ottobre 1993, che è diventato forse il più famoso punto di riferimento della storia moderna della Russia. Dopo tutto, ciò che è accaduto nel mese di quell'ottobre, visto dalla lontananza dei nostri giorni, sembra una cosa dovuta ad una follia collettiva. Il paese era sull'orlo della guerra civile.   Ed ora, guardando le immagini delle riprese televisive del bombardamento del Parlamento col cannone del carro armato, nemmeno si riesce a credere che tutto questo sia potuto accadere nella prospera Mosca, e letteralmente solo ieri usando un metro storico. Ma il tempo corre inesorabilmente in avanti, e i tragici eventi che divisero la società in due parti nell' «Ottobre nero» si appannano gradualmente. Ma si può dimenticare la sanguinosa lezioni della storia? Come dice il vecchio adagio, chi non ricorda il suo passato, è condannato a riviverlo sempre di nuovo.   Anche se è sufficiente l'apertura del più semplice manuale di storia per accertarsi che tutte le riforme e le iniziative fatte sul serio in Russia non sono mai state prive di pesanti sacrifici umani, è vero anche che non è stata una eccezione neppure l'inizio dell'epoca della «democrazia eltsiniana», anche essa abbondantemente marchiata dal sangue umano. A quegli eventi che hanno determinato l'evoluzione politica della Russia per molti anni, in un'intervista a «Pravda.Ru» ritorna con la memoria Ilya Konstantinov, uno dei protagonisti diretti, che al quel tempo era il co-presidente del Fronte di Salvezza Nazionale.   - Dopo 15 anni è cambiato il suo atteggiamento verso l'ottobre 1993?   - Io pensavo che gli eventi di ottobre fossero un colpo di stato di Eltsin e dei suoi sostenitori. Essi sono stati assolutamente incostituzionali, azioni illegali condotte con la violenza, che hanno portato con sé pesanti conseguenze per il paese. Sono assolutamente persuaso che la verità è stata e rimane dalla parte dei sostenitori del Parlamento, e presto o tardi questo sarà riconosciuto dal nostro popolo e dalla comunità internazionale.   Ciò non significa, naturalmente, che il Parlamento ed i suoi sostenitori, vale a dire, noi - i deputati - non abbiamo commesso errori. Si capisce, gli errori ci sono stati, naturalmente, non abbiamo fatto tutto il possibile per affrontare le tendenze autoritarie di Eltsin. Non siamo stati in grado di offrire alla società in modo comprensibile delle alternative chiare e semplici al corso eltsiniano.   Una posizione alternativa in Parlamento esisteva, ma essa non risultava comprensibile alla maggior parte della popolazione, ed in questo vi è una parte sostanziale della nostra colpa. Si capisce, il Parlamento non lo ha fatto, non ha compiuto i passi necessari per facilitare la vita del popolo lavoratore della nostra Russia, per aumentare le pensioni, i salari, le prestazioni, non ha preso quelle misure che la società si attendeva da lui in quel momento, concentrandosi principalmente sulla lotta per il potere, e questi sono stati errori. Ma in generale, naturalmente, la verità storica è stata dalla nostra parte.   - L'esperienza di quegli eventi, come si può usare ora dopo 15 anni? Dal suo punto di vista di che cosa c'è da aver paura nella politica attuale? Forse la ripetizione di questa pagina nera della storia?   - Non credo che la ripetizione di qualcosa di simile sia possibile direttamente nell'attuale situazione politica, ma di principio crisi di questo tipo, di fronte ad uno straordinario cambiamento dell'andamento socio-economico corso si originano inevitabilmente, e in una prospettiva futura, se non saranno tratte le conclusioni da tali tragici eventi, la loro ripetizione è possibile.   - Quale è dal suo punto di vista la lezione fondamentale di quegli eventi?   - A mio avviso la lezione principale è la seguente: quale che sia la Costituzione vigente, bisogna agire nei suoi limiti, nei limiti del campo giuridico esistente. Questo è l'unico modo per evitare spargimenti di sangue, e per evitare di precipitare verso la guerra civile, in situazioni di crisi. Nella Costituzione sono prescritti i meccanismi della perfettibilità della legislazione, sono prescritti i meccanismi per modificare la Costituzione stessa, quindi si deve agire nella cornice della campo legale. Ecco, questa è la principale conclusione: qualsiasi fuoriuscita dal campo legale, è gravida di spargimenti di sangue.   - Ora, d'altra parte, come già da molti anni nelle manifestazioni riguardanti tali tragici eventi, un ruolo primario è svolto dai comunisti e personalmente da Gennady Zyuganov; ogni anno ai primi di ottobre ricompare l'immagine di quasi ogni singolo difensore della Casa Bianca e della Costituzione ... Che cosa ne pensa, è giusto questo?   - Questo rientra nel celebre aforisma: punire chi non aveva colpa e premiare chi non c'era. Zyuganov, naturalmente, ha svolto un ruolo indubbio in quegli eventi, e un ruolo non insignificante; solo che l'importanza di questo ruolo è del tutto diversa dalla valutazione, che egli stesso dà alla sua partecipazione ai fatti dell'ottobre, e dalla valutazione, che si sente sulla bocca dei suoi seguaci. A. Gennady Zyuganov ha compiuto un diretto tradimento del potere sovietico, che aveva giurato di proteggere, che avrebbe dovuto difendere in base alla Costituzione, come cittadino russo, e ha compiuto un diretto tradimento dei suoi compagni, ed in quel numero sono compresi i comunisti, che sono stati tra i difensori del Parlamento, tra i quali davvero in tanti sono stati i membri del PCFR (partito comunista della federazione russa.   Infatti è noto che Zyuganov, alla vigilia dei tragici eventi dell'ottobre, si presentò in televisione con un appello ai membri agli iscritti, affinché i sostenitori del PCUS (partito comunista dell'unione sovietica) non prendessero parte a ad azioni pubbliche ed abbandonassero l'edificio del parlamento, questo è un fatto notorio. Io mi sorprendo di come egli abbia, come dire, l'impudenza di guardare negli occhi quelle persone, che allora stavano sotto le pallottole e sotto il fuoco dei blindati; io, parlando francamente, sono semplicemente sorpreso, ma su questo ormai non c'è niente da fare. E certo che il suo ruolo è stato grande! Io sono assolutamente sicuro che egli agiva in coordinamento con la squadra di Eltsin.   Perché io sono sicuro di questo? Perché proprio a me, pochi mesi - 2-3 mesi - prima degli eventi di ottobre - sono pervenute offerte dalla squadra di Eltsin, in particolare, posso fare il nome di un uomo che ha parlato con me, questo è Boris Nemtsov. Avanzarono offerte dopo l'inizio dello scioglimento del Congresso e del Consiglio Supremo. Già allora questo era chiaro, dopo il marzo 93, quando fu messo a punto lo scenario del lavoro da fare, quando fu fatta la prova del primo tentativo di sciogliere il Congresso ed il Consiglio Supremo, quando Eltsin si rivolse con un appello televisivo alla popolazione della Russia, annunciando che sospendeva l'attività del Congresso, questo poi non si avverò, ma fu la prima prova del copione.   Dopo questi tentativi fatti da Eltsin in marzo, Boris Nemtsov si rivolse direttamente a me, disse che il Consiglio supremo e il Congresso sarebbero stati ugualmente sciolti, che sarebbe stata usata la forza contro i sostenitori della legittima autorità, disse che la resistenza sarebbe stata inutile, e mi invitò ad un incontro con Eltsin, promettendo molte, e molto grandi preferenze politiche, promise grandi dividendi.   Io, naturalmente, ho rifiutato, ma le condizioni che presentava la parte presidenziale erano molto semplici: quando tutto comincerà, ha detto Nemtsov, non spingete la gente nelle strade; potete criticare, scrivere articoli, ma non spingete la gente nelle strade, esortatela a rimanere a casa. Proprio questo è ciò che ha fatto nel momento critico Gennady Zyuganov, da cui io traggo la conclusione che egli era stato puramente e semplicemente acquistato dalla amministrazione presidenziale. Questa è la mia profonda convinzione. Se egli fa conto che si tratti di una calunnia, che si rivolga al tribunale.   - Può essere che proprio grazie a ciò il Partito comunista della federazione russa è poi entrato massicciamente nel nuovo parlamento, e Zyuganov si installò come "opposizione di sua maestà" nei confronti di Eltsin?   - Io penso che questa fosse una delle condizioni dell'accordo, certamente. Infatti, il fronte di salvezza nazionale, del cui Comitato esecutivo io ero il presidente, nel 1993 non fu ammesso alle elezioni, in più io personalmente non ero ammesso, perché c'era un decreto di Eltsin, nel quale c'erano 16 nomi, se la memoria non mi tradisce, ai quali era proibita la partecipazione alle elezioni. Io c'ero in quella lista; invece il nome di Gennady Andreevich (Zyuganov ) non c'era.   - In questo caso, a causa di questa relazione, si può parlare di una responsabilità collettiva di Eltsin e Zyuganov per tutto ciò che ha subito il paese durante gli anni 90?   Io non stavo parlando dei comunisti, parlavo di Zyuganov e dei suoi collaboratori immediati, in quanto i comunisti di base hanno eseguito onestamente il loro dovere. Su Zyuganov ed i suoi, naturalmente, grava la responsabilità; compreso il sangue dei loro compagni di partito.   - A vostro avviso, si possono ora valutare senza odio e pesare dal punto di vista della verità storica quegli eventi lontani?   Io penso che si dovranno mettere i putini sulle "i", perché sono ancora vivi i partecipanti di questi eventi. E in ogni caso cercheremo di portare su di essi ancora più chiarezza. Максим Богатых

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