sabato 20 agosto 2016

25 anni dopo la scalata di Eltsin al potere del carro armato



COMPAGNO RIVOLUZIONARIO O TROMBETTIERE NATO?

26 agosto 1991 – Festa di Rifondazione Comunista a Cologne, una delle prime, se non la prima in provincia di Brescia.
Un compagno, con aria di chi ti sta svelando un segreto che solo lui conosce, mi dice sottovoce con animo perturbato e commosso: «A Mosca è in corso un processo rivoluzionario».
Lo guardo sbalordito e mi dico, fra me e me: “… questa devo proprio ricordarmela …”, e mentalmente mi stampo nella memoria la data.
Erano passati 7 giorni dal tentativo di destituire Gorbaciov, 4 giorni dal conclamato fallimento del golpe e dall'emergere dell'ubriacone e notoriamente uomo USA Eltsin come vincitore incontrastato, e questo citrullo mi viene a parlare di “processo rivoluzionario in corso”. E non si trattava di un citrullo qualsiasi, ma nientemeno che del portavoce locale di LCR, la Lega Comunista Rivoluzionaria – IV internazionale. Non credo alle mie orecchie, ma tant'è.
Solo più di vent'anni dopo verrò casualmente a sapere che questa non era una solitaria follia dell'uomo-guida del folto gruppo bresciano di LCR (guida peraltro in procinto di essere soppiantata in questo ruolo, poco tempo dopo, da un loico ben più sottile); ma che era invece una convinzione ben radicata, e condivisa da altri eminenti personaggi all'interno del gruppo bresciano. E non si trattava di un momentaneo abbaglio, ma di una vera e propria convinzione messianica, destinata a rinnovarsi ad ogni stormir di fronda.
E nei decenni trascorsi da allora, nonostante le dure smentite della storia, i militanti di questo gruppetto non hanno più cessato di scambiare le botte successive del capitalismo globale, che hanno portato a continui slittamenti verso un dominio capitalistico sempre più esteso spazialmente e sempre più pervasivo e totalizzante qualitativamente, per altrettanti scoppi rivoluzionari, prodromi della rivoluzione mondiale. E non si sa se ammirare di più la costanza nel rifare all'infinito lo stesso errore, o se dubitare, almeno in qualche singolo caso, che non si tratti di un errore, ma di una strategia. Che per qualcuno potrebbe anche essere appagante.
E così sono stati salutati come eventi rivoluzionari la dissoluzione della Jugoslavia in tutte le sue fasi, l'attacco all'Iraq, l'aggressione sotto mentite spoglie alla Libia, la tentata demolizione integrale della Siria, l'avvento dei nazisti alla partecipazione al governo dopo regolare colpo di stato in Ucraina, eccetera eccetera. In tutti questi casi è stato messo in campo un vero e proprio catechismo del “trombettiere nato”, consistente nel qualificare come “rivoluzioni” le peggiori nefandezze in base alla parola d'ordine “noi siamo con la classe operaia” e “noi siamo per l'internazionalismo”, in evidente assenza di classe operaia, per non parlare dell'internazionalismo; e nel bollare chi richiamava al semplice buon senso di guardare alla realtà di quello che stava succedendo con epiteti, degni del “Nuovo Sillabo degli errori del XX (e poi XXI) secolo”, con il marchio di “seguaci dello “stalinismo”, del “rosso-brunismo”, del “campismo”. Particolarmente delizioso quest'ultimo, perché permette ai “trombettieri NATO” di collocarsi tranquillamente sempre nel “campo” americano senza pagare dazio, perché i “campi” … non esistono.
Particolarmente interessanti, rispetto alle ultime contingenze, due documenti circolati sulla lista “movimenti” di Brescia.
In uno di essi l'autore, presentato come medico siriano in esilio, relaziona su vari aspetti della “Rivoluzione siriana”. Non potendo fare a meno di constatare che da questa rivoluzione è sortito nientemeno che l'ISIS, o DAESH, si impegna in una ardite teorizzazioni per identificare ISIS e fascismo. In base a tale assunto, il nostro rivoluzionario fa appello alla costituzione diun fronte unico delle forze rivoluzionarie democratiche e di sinistra. Compito prioritario di questa ardita Santa Alleanza sarà naturalmente quello di abbattere … l'ISIS, si penserebbe. Macché: il compito prioritario è quello di togliere di mezzo …la cricca al potere perché … “Occorre non dimenticare mai che rovesciare quest’ultima è la precondizione per poter sconfiggere le forze fasciste e reazionarie Vale a dire che per il momento il “fronte unico delle forze democratiche e di sinistra devono raggiungere la “precondizione”, condivisa quindi con la stessa ISIS, di abbattere Assad e tutto quello che Assad rappresenta rispetto alla società siriana … e poi di togliere di mezzo l'Iran e … guarda guarda … di togliere di mezzo la Russia. In breve: il programma politico immediato del medico-esule ricalcava quasi alla lettera il programma originario di Obama, rilanciato su tutti i mass-media mondiali negli stessi giorni in cui l'articolo del “medico siriano” veniva pubblicato sul sito di Sinistra Antimperialista di Brescia. Ma chi se ne frega: i “campi” non esistono!


DALLA RIVOLUZIONE POLITICA ALLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE
Il secondo documento, recentissimo, riporta la “Risoluzione politica del VI Congresso del Movimento socialista russo (Mosca 8-9 maggio 2016”. Iniziativa certamente lodevole, rispondente all'appello lanciato anche dal sottoscritto, per una approfondimento informativo sulle situazioni del momento. Senonché non si tratta tanto di un approfondimento informativo, quanto, appunto di una “Risoluzione politica”, cioè della esplicitazione della linea politica di QUEL partito. E a questo proposito ci si aspetterebbe un qualche cenno sulla valutazione che Sinistra Anticapitalista di Brescia fa della linea politica proposta da quel documento. Siccome questo contributo di Sinistra Anticapitalista manca, è legittimo dedurne una condivisione, corroborata dalla constatazione che il sedicente Movimento socialista russo non è altro che la sezione russa di Sinistra Anticapitalista e della Quarta Internazionale.
È comunque una lacuna, che tenterò di colmare con alcune mie valutazioni, che tralasciano l'analisi di tutti i punti, anche informativi, che mi lasciano perplesso, per concentrarmi sul tentativo di individuare un filo conduttore, se c'è, e su quelle che a me sembrano incongruenze catastrofiche.
Nei paragrafi con rientro il testo della “Risoluzione politica” del “Movimento socialista russo”; a riga intera e corsivo il commento:

Da quasi un quarto di secolo, la Russia conosce un’impasse storica. L’impossibilità di un armonico sviluppo delle vecchie forme economico sociali ha comportato la rottura dell’ordine costituzionale nel 1993. Le prospettive che ne sono derivate per i successivi decenni sono state l’arretramento sociale e lo smantellamento delle istituzioni che organizzavano l’esistenza di milioni di persone.
Nostalgici? Stalinisti? Rosso-bruni? Emuli del famoso tour di Besancenot nella ex-Jugoslavia che si sarebbe potuto esattamente intitolare “L'assassino torna sempre sul luogo del delitto? (Per chi non lo sapesse Besancenot recentemente si è recato a contemplare l'esito dello sfracello della ex Jugoslavia, lasciando trapelare il rimpianto per i tempi della repubblica jugoslava di Tito, senza vergogna per il contributo dato dalla sua parte politica a questa tragedia). Senza contare che viene ignorato il vero punto di svolta, cioè il fallimento del tentativo dei “golpisti” del 19 agosto 1991 di fermare il processo di disgregazione dell'URSS avviato da Gorbaciov, disgregazione di cui Eltsin è stato l'esecutore testamentario.

In questa logica, la responsabilità della forte riduzione del tenore di vita e delle nefaste conseguenze delle misure neoliberiste “anticrisi” è di tutti, di chiunque si voglia – escluso il presidente.
O vah! Non si era partiti dicendo che il disastro totale era cominciato con la “Rottura dell'ordine costituzionale (Eufemismo per indicare il sanguinosissimo colpo di stato del 4 ottobre 1993 http://www.ilpost.it/2013/10/05/boris-eltsin-assedio-casa-bianca-mosca/)

l’accentuarsi della crisi economica e sociale non ha per il momento conseguenze politiche visibili: non ci sono ribellioni spontanee di massa, né scioperi di settori (mentre aumenta il volume totale dei conflitti lavorativi).
Ma è vero o non è vero che tutte le fonti che si occupano della questione riferiscono che la maggioranza schiacciante della popolazione russa rimpiange l'URSS. Compresa, come fonte, la nostra vecchia conoscenza (per chi è vecchio come me) Astrit Dakli, recentemente scomparso, a suo tempo feroce denigratore dell'URSS dalle auree pagine del Manifesto, ma che, ha fatto a tempo a ravvedersi … sembrerebbe. (Un altro caso di assassino che torna sul luogo del delitto a versare lacrime di coccodrillo sull'assassinato http://www.globalist.it/world/articolo/39729/sorpresa-il-sistema-sovietico-egrave-il-migliore.html )

La propaganda che spiega la situazione con le macchinazioni dell’Occidente è percepita come sempre meno convincente. L’introduzione di sanzioni internazionali e il crollo dei prezzi del petrolio iniziato nel 2014 hanno intensificato il calo della produzione
Sembra evidente che per il il Movimento socialista russo, e, indirettamente, per chi se ne fa megafono, l'Occidente non fa e non ha mai fatto macchinazioni. Tanto meno l'Occidente ha qualcosa a che fa con il crollo del prezzo del petrolio, che non solo crea difficoltà alla Russia, ma sta gettando nella tragedia Brasile e Venezuela. Tutto succede per caso, per questi cultori del marxismo (gulp!), o del materialismo storico (doppio gulp!!), o del “comunismo rivoluzionario” (triplo gulp!!!). Anche se questo crollo è notoriamente spinto dalla super produzione dell'Arabia Saudita, cioè dallo storico alleato di ferro degli USA, e vero proprietario occulto del debito estero americano.

A quanto pare, la cerchia dirigente putiniana non ha alcun piano a lungo termine per salvare l’economia nazionale ...
Sia l’aggressione “ibrida” in Ucraina, sia le operazioni militari in Siria non si legano ai soli giochi geopolitici e alla lotta per imporsi di fronte all’Occidente. Sono direttamente connesse alla crisi sempre più profonda dell’intero sistema politico ed economico del capitalismo russo. Le scelte di guerra che si sono fatte consentono di rafforzare la legittimazione del potere all’interno del paese – sia nell’insieme della popolazione sia in seno all’élite dirigente.
Evidentemente per il “Movimento socialista russo” solo gli Americani sono legittimati a procedere nei loro “piani a lungo termine” per prolungare a tempo indefinito l'agonia del loro “Impero”, magari tramite le innumerevoli “Rivoluzioni colorate”, così entusiasticamente salutate da quelli che ho sempre qualificato come “trombettieri NATI(O)”.

La massiccia propaganda anti-Ucraina, che riempie i mezzi di comunicazione di massa governativi dall’inizio del 2014
Qui siamo all'effetto di sdoppiamento, che però non ha nulla a che fare con quello predicato dall'ultimo Preve e dai suoi epigoni. Qui si tratta di uno sdoppiamento allucinatorio. Tutti, ma proprio tutti, hanno visto e vedono il riaffacciarsi esplicito del neonazismo che fa di Bandera e degli altri eroi Ucraini entusiasti manutengoli di Hitler al tempo della seconda guerra mondiale i protagonisti pieni delle vicende dell'Ucraina di oggi. Meno i nostri trombettieri NATI(O), che hanno visto, nel loro sdoppiamento di realtà, rinascere i Soviet, nonostante il massacro di quanti si erano rifugiati nella sede dei sindacati a Odessa, ma che per i nostri trombettieri erano i prodromi della Rivoluzione: vedi, come semplice esempio tra le innumerevoli prove Strage di Odessa: parla una sopravvissuta. “La brutalità ed il terrore di quel giorno dovevano essere una lezione per qualunque oppositore.

Le proteste, legate a varie manifestazioni della crisi e del corso governativo “anticrisi” sono sempre più numerose, benché restino attualmente molto lontane non solo dalla formulazione del proprio programma alternativo, ma anche dal coordinamento dell’azione a livello nazionale.Quella più significativa è stata l’iniziativa di protesta degli autotrasportatori
Finalmente, dopo la critica, comincia la proposta politica. Ma cominciamo subito male. La base sociale privilegiata fa venire in mente il sindacato rivoluzionario dei venditori ambulanti del suk, per non parlare del glorioso “Movimento dei forconi” italiano.

I partiti d’opposizione che fanno parte del “consenso patriottico”, il KPRF e “Russia giusta”, svolgono un ruolo sempre maggiore nel disorientare i partecipanti a queste iniziative finora disparate.
Naturalmente (sapevamcelo già prima di cominciare a leggere) non può mancare l'indice accusatore puntato contro i colpevoli della passività delle masse – tale quale come da noi, non può essere che il crollo della esperienza della prima forma di organizzazione non capitalista abbia privato le masse mondiali di un riferimento necessario per avere idea su dove andare. Mentre è del tutto banale, e quindi vero, che, se uno non sa dove andare, se non è un idiota che agisce a cazzo, tenderà a stare fermo. Ed è naturale per i nostri trombettieri NATI(O) che la colpa sia dei comunisti del KPRF (Comunista Partito della Russa Federazione.

In questa situazione, dobbiamo cominciare a elaborare un grande programma di cambiamento, basato sulla necessità di revisione dei rapporti di proprietà attualmente esistenti, emersi dalla privatizzazioni di El’cin e di Putin. La naturale conseguenza di questa revisione è la necessità di smantellare l’intero sistema politico generato dalla Costituzione ultra-presidenziale del 1993, al cui posto occorre instituire una repubblica parlamentare. Un programma del genere dovrebbe garantire il riconoscimento del valore della democrazia politica non come uno strumento, ma come principio fondamentale di potere del popolo indispensabile per la realizzazione coerente delle aspirazioni all’uguaglianza sociale.
Ed ecco a voi svelato l'arcano: niente comunismo. Anzi, mentre Trotzki riconosceva nell'URSS uno stato operaio degenerato, che sarebbe stato risanato da una imprecisata “rivoluzione politica”, che comunque non avrebbe toccato la sua struttura di proprietà espropriata e nazionalizzata, ora si passa a sposare il valore assoluto della “democrazia politica”, scorporata da economia, poteri reali, rapporti di forza e così via. Sembra quasi la sublimazione suprema dell'ideologia liberale!

Auguri!!!