Ma non è una guerra - dice Gentiloni
L'ipocrisia del nostro ministro degli esteri è spettacolare. In attesa della riunione di domani sera 24 febbraio del comitato bresciano "Donne e uomini contro la guerra" presso la "Casa della sinistra" di via Eritrea 20 (dentro il cortile, di fronte al Bresciaoggi), riporto il comunicato del Comitato Nazionale "No guerra - No Nato" stilato in data 20 febbraio 2016
COMUNICATO
DEL COMITATO 'NO GUERRA NO NATO'
SULLA
SITUAZIONE ATTUALE
Siamo
in stato di guerra, impegnati su due fronti che di
giorno in giorno divengono sempre più incandescenti e pericolosi.
Accusando
la Russia di «destabilizzare l'ordine della sicurezza europea», la
NATO sotto comando USA ha riaperto il fronte
orientale, trascinandoci in una nuovaguerra fredda,
per certi versi più pericolosa della precedente, voluta soprattutto
da Washington per spezzare i rapporti Russia-UE dannosi per
gli interessi statunitensi.
Mentre
gli USA quadruplicano i finanziamenti per accrescere le loro forze
militari in Europa, viene deciso di rafforzare la presenza militare
«avanzata» della NATO nell'Europa orientale. La NATO - dopo aver
inglobato tutti i paesi dell'ex Patto di Varsavia, tre della ex
Jugoslavia e tre della ex URSS - prosegue la sua espansione a Est,
preparando l'ingresso di Georgia e Ucraina (questa di fatto già
nella Nato), spostando basi e forze, anche nucleari, sempre più a
ridosso della Russia.
Tale
strategia rappresenta anche una crescente minaccia per la
democrazia in Europa. L'Ucraina, dove le formazioni
neonaziste sono state usate dalla NATO nel putsch di
EuroMaidan, è divenuta il centro di reclutamento di neonazisti da
tutta Europa, i quali, una volta addestrati da istruttori USA
della 173a divisione aviotrasportata trasferiti qui da Vicenza,
vengono fatti rientrare nei loro paesi con il «lasciapassare» del
passaporto ucraino. Si creano in tal modo le basi di una
organizzazione paramilitare segreta tipo «Gladio».
USA
e NATO preparano altre operazioni sul fronte
meridionale, strettamente connesso a quello orientale.
Dopo aver finto per anni di combattere l'ISIS e altri gruppi,
rifornendoli segretamente di armi attraverso la Turchia, gli USA e
alleati chiedono ora un cessate il fuoco per «ragioni umanitarie».
Ciò perché le forze governative siriane, sostenute dalla Russia,
stanno liberando crescenti parti del territorio occupate da ISIS e
altre formazioni, che arretrano anche in Iraq.
Allo
stesso tempo la NATO rafforza il sostegno militare alla Turchia,
che con l'Arabia Saudita mira a occupare una fascia di
territorio siriano nella zona di confine. A tale scopo la Nato,
con la motivazione ufficiale di controllare il flusso di profughi
(frutto delle guerre USA/NATO), dispiega nell'Egeo le navi da guerra
del Secondo gruppo navale permanente, che ha appena concluso
una serie di operazioni con la marina turca. Per lo stesso
scopo, vengono inviati anche aerei radar Awacs, centri di comando
volanti per la gestione del campo di battaglia.
Nello
stesso quadro strategico rientra l'operazione, formalmente «a guida
italiana», che la coalizione a guida Usa si prepara a lanciare in
Libia, per occupare le zone costiere economicamente e
strategicamente più importanti, con la motivazione ufficiale di
liberarle dai terroristi dell'ISIS. Si prepara così un'altra
guerra USA/NATO, dopo Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan
2001, Iraq 2003, Libia 2011, Siria dal 2013, accompagnate dalla
formazione dell'ISIS e altri gruppi terroristi funzionali alla stessa
strategia.
Tale
operazione è stata concordata dagli Stati uniti non con l'Unione
europea, inesistente su questo piano come soggetto unitario, ma
singolarmente con le maggiori potenze europee, soprattutto Francia,
Gran Bretagna e Germania. Potenze che, in concorrenza tra loro e con
gli USA, si uniscono quando entrano in gioco gli interessi
fondamentali.
Oggi
22 dei 28 paesi della UE, con oltre il 90% della popolazione
dell'Unione, fanno parte della Nato, riconosciuta dalla UE
quale «fondamento della difesa collettiva». Sempre sotto comando
USA: il Comandante supremo alleato in Europa è nominato dal
Presidente degli Stati uniti e sono in mano agli USA tutti gli
altri comandi chiave della Nato.
Va
ricordato a tale proposito l'orientamento strategico enunciato da
Washington al momento dello scioglimento del Patto di Varsavia e
della disgregazione dell'Urss: «Gli Stati uniti rimangono il solo
Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione -
politica, economica e militare - realmente globali. Non esiste alcun
sostituto alla leadership americana. Fondamentale èpreservare la
NATO quale canale della influenza e partecipazione statunitensi negli
affari europei, impedendo la creazione di dispositivi unicamente
europei che minerebbero la struttura di comando dell'Alleanza».
Non
si può pensare di costruire una Europa diversa, senza liberarci dal
dominio e dall'influenza che gli USA esercitano sull'Europa
direttamente e tramite la Nato.
Anche
perché l'avanzata USA/ NATO ad Est e a Sud già coinvolge la regione
Asia/Pacifico, mirando alla Cina, riavvicinatasi alla Russia.
È il tentativo estremo degli Stati uniti e delle altre potenze
occidentali di mantenere la supremazia economica, politica e
militare, in un mondo nel quale l'1% più ricco della popolazione
possiede oltre la metà della ricchezza globale, ma nel quale
emergono nuovi soggetti sociali e statuali che premono per un nuovo
ordine economico mondiale.
Questa
strategia aggressiva ha provocato un forte aumento della spesa
militare mondiale, trainata da quella USA, che è risalita in
termini reali ai livelli della guerra fredda: circa 5 miliardi di
dollari al giorno. La spesa militare italiana, al 12° posto
mondiale, ammonta a circa 85 milioni al giorno. Un enorme spreco
di risorse, sottratte ai bisogni vitali dell'umanità.
In
tale quadro, particolarmente grave è la posizione dell'Italia
che, imprigionata nella rete di basi USA e di basi NATO sempre sotto
comando USA, è stata trasformata inponte di lancio delle guerre
USA/NATO sui fronti orientale e meridionale. Per di più,
violando il Trattato di non-proliferazione, l'Italia viene usata come
base avanzata delle forze nucleari statunitensi in Europa, che
stanno per essere potenziate con lo schieramento delle bombe
B61-12 per il first strike nucleare.
Per
uscire da questa spirale di guerra dagli esiti catastrofici, è
fondamentale costruire un vasto e forte movimento per l'uscita
dell'Italia dalla Nato, per un'Italia libera dalla presenza delle
basi militari statunitensi e di ogni altra base straniera, per
un'Italia sovrana e neutrale, per una politica estera basata
sull'Articolo 11 della Costituzione, per una nuova Europa
indipendente che contribuisca a relazioni internazionali
improntate alla pace, al rispetto reciproco, alla giustizia economica
e sociale.
Roma,
20 febbraio 2016.
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