martedì 9 febbraio 2016

Il 2010 sarà peggio

   

Il 2010 sarà peggio – by mont(y) pelerin society

  Il 2010 sarà probabilmente l'anno cruciale in cui i luminari la smetteranno di riferirsi alla recessione e cominceranno a parlare apertamente di depressione. Il nostro problema economico è alquanto semplice da descrivere: c'è un debito troppo alto rispetto alle entrate e/o ai beni. Qui sotto c'è un semplice grafico che ritrae la condizione della nostra economia. Esso mostra il debito totale degli USA come percentuale del PIL (in inglese = GDP) dal 1870 in avanti. La figura include ogni debito privato e pubblico; ma non include i passivi associati a mandati governativi privi di copertura, come la Sicurezza Sociale e l'Assistenza Sanitaria. (Nota: secondo gli amministratori d questi fondi, il valore attuale di questi debiti è di circa 106.000 miliardi dollari. La loro inclusione spingerebbe il rapporto indicato qui sotto vicino al 1.000%).  
  L'ammontare del debito in rapporto al PIL è scioccante dal punto di vista storico. Alcuni punti vanno sottolineati nel grafico:  
  • Nel lungo periodo la “norma” del rapporto si aggira intorno al 150%. Le linee rosse racchiudono la “norma” tra il 130% e il 170%.
  • Al di fuori dei due periodi di boom iniziati nel 1920 e nel 1980, il rapporto non è mai andato oltre il limite superiore.
  • Ogni sforamento del limite è sfociato in una enorme boom della spinta creditizia. Il primo è finito nella grande depressione. Il secondo produrrà un collasso simile se non maggiore (siamo solo all'inizio di questo evento).
  • L'espansione del credito che portò alla grande depressione non era per nulla così sovradimensionata come l'espansione attuale.
  • Il picco del credito si verificò quando la Depressione era già cominciata. Ben presto nel corso di essa le spese del governo ed la resttrizione del PIL continuarono a spingere all'insù la percentuale.
  • Dopo che il grafico è stato pubblicato, il rapporto è giunto vicino al 380%, circa il doppio di quando gli USA entrarono nella Depressione.
  • Mentre sembra che l'indebitamento privato corrente abbia raggiunto il picco, il finanziamento dell'enorme debito governativo continua a spingere all'insù il rapporto, così come fa la restrizione del PIL.
Nessuna teoria economica rende conto di una vera “norma”, ma è intuitivo che un tale numero esista. Il debito non deve eccedere una certa percentuale, se deve essere saldato. Nelle attività bancarie per più di un secolo si sono usate proporzioni concettualmente equivalenti come criterio per i prestiti verso singoli e imprese. Per varie ragioni, le banche hanno trascurato queste linee guida nei due decenni scorsi, contribuendo molto alla bolla creditizia.   Il governo ha deciso che la cura per un debito troppo alto è un debito più alto. Questa soluzione non può funzionare, specialmente se il credito è già così sovradimensionato. Le entrate ed i beni non possono supportare l'attuale livello del debito. Malgrado gli sforzi del governo, il debito tornerà nella media. Per via di pagamenti ordinari, o per crollo, la riduzione è inevitabile.   Ludwig von Mises individuato i limiti del credito in “La teoria della moneta e del credito”, originariamente pubblicato nel 1912. come ha detto più tardi:
Non c'è modo di evitare il collasso finale di un boom causato dalla espansione del credito [debito]. L'alternativa è solamente tra un arrivo anticipato della crisi, come risultato di una rinuncia volontaria ad una ulteriore espansione del credito [debito], o più tardi, come una finale e totale catastrofe del sistema monetario interessato.
Nel 2009 non era possibile finanziare il fabbisogno di capitali degli USA con i mercati convezionali. Soltanto attraverso una esplicita (e fittizia) emissione agevolante della FED il governo è stato in grado di coprire il suo deficit del 2009. Discutendo del 2009, Zerohedge ha dichiarato:  
C'era un enorme credito e penuria di liquidità, ed allora c'è stata la emissione agevolante. Quest'ultima equivale ad una ingessatura della FED su quella salma Zombificata e Ponzificata, meglio conosciuta come economia USA. Ha funzionato per un po', ma ora lo zombie sta per tornare di nuovo nella condizione critica, seguita da quella di coma, e da ultimo, da quella di morto vivente (alleggerito anche della pensione complementare).
  Zeroedge stima che la domanda (il finanziamento) per titoli a reddito fisso usa deve crescere di undici volte per fornire i capitali necessari nel 2010. La continua restrizione della partecipazione estera nei mercati dei titoli fissi USA rende impossibile questo aumento.   Ci sono solo tre possibilità riguardo alla raccolta dei finanziamenti necessari nel 2010:    
  • La FED continua le sue emissioni facilitanti oltre il termine del marzo 2010 stabilito per la loro cessazione.
  • La FED alza i tassi di interesse ad un livello che potrebbe attrarre il capitale necessario per finanziare le operazioni governative attraverso i mercati del credito tradizionali.
  • Nessuna azione viene intrapresa dalla FED. Questo causerebbe la inadempienza del governo in alcuni delle sue obbligazioni.
  Nessuna di queste alternative è attraente. L'incommestibile alternativa deriva dalle precedenti politiche di FED e governo. Per evitare la recessione negli ultimi cinquant'anni, il governo ha abusato ed alla fine esaurito ogni ragionevole possibilità. Dopo anni di malconduzione, il governo è in una difficoltà del suo proprio operare, per la quale non ci sono scappatoie.   Tutte le alternative saranno molto penose, e non offriranno la possibilità di un recupero tradizionale. Non importa quale sia l'alternativa scelta, il paese non può evitare una depressione. A questo punto, il “non fare altri danni” deve guidare la politica.   Delle tre alternative, la migliore sul piano economico è la peggiore su quello politico. Questo conflitto naturale tra buona economia e bbuona politica non è inusuale. Economicamente il paese sarebbew danneggiato di meno attuando l'alternativa 2. Dal punto di vista politico l'alternativa 2 e 3 sono probabilmente inaccettabili.Così è probabile che verrà tentata (ancora) l'alternativa 1. Ma è esattamente il continuo abuso della alternativa 1 che ha portato al grave stato presente.   L'alternativa 1 non può funzionare. Non si eviterà la depressione. Peggio, ne risulterà l'iperinflazione. Così finiremo probabilmente nel peggiore di tutti i mondi. Con l'iperinflazione la moneta cesserà di essere un mezzo di scambio. I mercati cesseranno di funzionare, se non sulla base del baratto. La classe media sarà cancellata. I suoi risparmi saranno svalutati, insieme col dollaro. La fine sarà quella che Mises aveva pronosticato tanti anni fa.   La possibilità di perdere la nostra forma di governo è un rischio reale sotto ognuna di queste alternative. Così ci saranno sommosse e conflitti civili. Probabilmente tutto sarebbe più simile a questo sotto la prospettiva 1 a causa degli effetti corrsivi di un'alta inflazione combinata con la depressione.   Attenzione allo scorrere del calendario. Le cose stanno per diventare interessanti, e probabilmente in modo molto veloce.   di Monty Pelerin traduzione di atiglio1 Nota del traduttore: Monty Pelerin è lo pseudonimo dell'autore. L'uso di questo pseudonimo, per dichiarazione dell'autore stesso, fa esplicito riferimento alla “Mont Pelerin Society”, un'organizzazione planetaria che persegue il liberalismo economico. Fu istituita il10 aprile del 1947 da 36 fra economisti, storici, filosofi e altri riunitisi presso la spa svizzera di Mont Pelerin. Per avere una informazione veloce vedi la voce su Wikipedia Italia: http://it.wikipedia.org/wiki/Mont_Pelerin_Society In poche parole si tratta di uno dei centri di elaborazione delle strategie globali del capitalismo. Tra i suoi promotori si trova il fior fiore di tutto l'anticomunismo, di coloro che, almeno sul piano culturale, hanno guidato la “guerra ideologica” degli anni dei colpi di stato in Cile, in Argentina; delle politiche reazionarie di Tatcher e Reagan, eccetera. Basti dire che su 76 consiglieri economici di Reagan durante la campagna elettorale del 1980, 22 appartenevano alla “Mont Pelerin Society”. Ma forse proprio per questo il nostro “Monty” è assolutamente credibile in quello che scrive. Naturalmente noi possiamo poi fare un uso diverso dal suo rispetto alle sue previsioni sulla situazione attuale della economia USA. Riservandoci il lusso di godere un pochino nel vedere il dispetto di “Monty” di fronte ai risultati del mondo che lui – forse – ma il suo gruppo certamente hanno contribuito a creare. Per chi sa l'inglese, o anche è solo ficcanaso, il sito di “Monty” è http://www.economicnoise.com/
Traduzione di Attilio Zinelli
Nota del traduttore:
Monty Pelerin è lo pseudonimo dell'autore. L'uso di questo pseudonimo, per dichiarazione dell'autore stesso, fa esplicito riferimento alla “Mont Pelerin Society”, un'organizzazione planetaria che persegue il liberalismo economico.
Fu istituita il10 aprile del 1947 da 36 fra economisti, storici, filosofi e altri riunitisi presso la spa svizzera di Mont Pelerin. Per avere una informazione veloce vedi la voce su Wikipedia Italia:
In poche parole si tratta di uno dei centri di elaborazione delle strategie globali del capitalismo. Tra i suoi promotori si trova il fior fiore di tutto l'anticomunismo, di coloro che, almeno sul piano culturale, hanno guidato la “guerra ideologica” degli anni dei colpi di stato in Cile, in Argentina; delle politiche reazionarie di Tatcher e Reagan, eccetera. Basti dire che su 76 consiglieri economici di Reagan durante la campagna elettorale del 1980, 22 appartenevano allaMont Pelerin Society”. Ma, per tutti, può bastare, a livello mondiale, il nome di Milton Friedman, il famigerato guru dell'economia che si precipitò in Cile al tempo della mattanza operata da Pinochet, per mettere in atto la “Dichiarazione di intentidella società, che si proponeva (e si propone) di difendere “i valori essenziali della civiltà, identificati con la “fede nella proprietà privata e nel mercato competitivo. Su questi ambientini vedi: http://www.altremappe.org/GuerraPreventiva/imperoinvisibile1.htm .
Ma forse proprio per questo il nostroMonty” è assolutamente credibile in quello che scrive. Naturalmente noi possiamo poi fare un uso diverso dal suo rispetto alle sue previsioni sulla situazione attuale della economia USA.
Riservandoci il lusso di godere un pochino nel vedere il dispetto diMonty” di fronte ai risultati del mondo che anche lui personalmente – forse – ma il suo gruppo certamente hanno contribuito a creare.
Per chi sa l'inglese, o anche è solo ficcanaso, il sito diMonty” è http://www.economicnoise.com/ .
Dulcis in fundo” aggiungiamo alcune note alle considerazioni del nostro “Monty Pelerin.
Curiosamente, ma in sintonia con la scuola di pensiero di cui fa parte, egli guarda il grafico della FED (abbreviazione di Federal Reserve, il nome della banca centrale americana) come se fosse un quadro, quasi un'opera d'arte. O meglio, come se fosse un amuleto, un abracadabra, una lampada di Aladino che ha il potere di sprigionare magicamente la realtà.
Ma basta mettere il grafico in relazione molto grossolana con la storia degli Stati Uniti, perchè buona parte dell'arcano si dissolva.
Senza farla troppo lunga, gli anni di “stabilità”, dal 1870 al 1920 coincidono con l'affermarsi ed il consolidarsi degli Stati Uniti come grande potenza industriale, cioè coincidono con un effettivo e massiccio allargamento della base produttiva, sulla spinta della vittoria dei capitalisti puri del Nord contro gli schiavisti parassitari del Sud. L'aumento della base produttiva si basa su un brutale sfruttamento operaio, con l'uso anche diretto dell'esercito, oltre che con il continuo flusso immigratorio (1870-1890). Poi la linea del grafico comincia lentamente, ma inesorabilmente a salire. Da notare la brusca inversione di tendenza dopo la partecipazione vittoriosa alla prima guerra mondiale, curioso fenomeno che si ripete in forma spettacolare dopo l'analoga, e ben più decisiva sul piano del dominio mondiale, partecipazione degli USA al secondo conflitto mondiale. Tornando agli anni Venti, il grafico mostra che l'interventismo economico del presidente Wilson (1913-1919, quando Wilson viene colpito da ictus e non conterà più nulla) coincide con il fatto che il debito pubblico rimane assolutamente stabile, a parte la “gobba” del 1916 presumibilmente dovuta alle spese militari di preparazione alla guerra. Quando invece comincia la serie dei presidenti “liberisti”, dal !921 al 1933, il debito si impenna, come si accorge anche Monty Pelerin. Ma appunto, sembrerebbe, secondo l'illustre economista, che si tratti di animazioni epilettoidi del grafico stesso, senza alcuna relazione col “credo politico-economico”, e con la pratica, dei vari Harding, Coolidge ed Hoover, presidenti degli USA in quel periodo. E che cosa fa in particolare Coolidge, presidente dal 1921 al 1929? Sul piano teorico “si dimostra determinato nel preservare l'antica morale e i precetti economici anche nella prosperità fiorente(Wikipedia). Sul piano pratico pensa che “la guida degli affari del popolo americano deve essere lasciata agli affari, e quindi taglia le tasse e le spese sociali. Ma ecco che stavolta non è più il grafico a mostrare movimenti epilettoidi ingiustificati. Coolidge sembra incarnare quasi alla lettera le prescrizioni della Mont Pelerin Society, venti anni prima della sua nascita, ma questa volta è la Storia stessa, che proprio allo scadere del mandato di un tale presidente liberista modello, si scatena nella Prima Grande Depressione. La Seconda Grande Depressione è faccenda dei nostri giorni, e sembra scritta come una copia carbone della Prima. La storia non vuol saperne di imparare la lezione che torme di sapienti di tutto il mondo vogliono insegnarle.

Da  http://variazioni.myblog.it/2010/01/25/il-2010-sara-peggio/  Pubblicato il: 25 gennaio 2010 @ 23:57

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