In occasione del sessantesimo anniversario del trattato istitutivo della Comunità Economica Europea la sinistra si presenta ancora frazionata, sempre più frazionata. Eppure per qualche decennio il processo di cooperazione europea non ha impedito uno sviluppo, per certi versi impetuoso, sia delle capacità produttive della società, che del livello di vita medio delle persone. Che cosa è accaduto, quale catastrofe si è abbattuta sull'Europa (e sul mondo, o, almeno in una parte del mondo, o sulla maggior parte del mondo, ma nella misura più eclatante proprio sull'Europa)?
Ad uno sguardo comune, non accecato dalla ideologia, dal pensiero desiderante, o dal volgare interesse monetario, cioè dalla menzogna, la risposta è immediata e banale: il crollo dell'URSS, quali che siano le cause che hanno condotto a questo esito. Eppure TUTTO IL MONDO DELLA "SINISTRA", almeno di quella italiana, si rifiuta di partire da questa banale constatazione, per tentare di progettare di nuovo il futuro.
Se poi, chi si propone sul "mercato politico" pretende di richiamarsi al comunismo, e contemporaneamente si mette alla testa dei detrattori radicali del comunismo reale, non può che essere un mentecatto, che giustamente verrà ignorato e deriso dai risultati raggiunti, prima ancora che dagli avversari.
In questo campo particolarmente patetici sono i miei amici trotzkisti, che hanno sempre sbagliato tutto, che non hanno mai fatto una rivoluzione, ma che per stupidità o per ingenuità, o per interesse, continuano a vedere rivoluzioni dappertutto, e a segare le gambe a chi lavora per costruire una vera alternativa. Come se non bastassero i problemi veri.
Nel nostro caso, come se non bastassero, appunto, due diverse manifestazioni della sinistra a Roma per contestare il "neoliberismo reale" con gli orrori che sempre più ammorbano la vita di grandi masse, la Sinistra auto-nominata anticapitalista si scinde ulteriormente, mettendosi a mordere le caviglie di coloro che saranno in manifestazione.
Per giustificare la loro mossa pubblicano una specie di manifesto a questo indirizzo:
Di fronte a questo ho sentito il dovere di scacciare la voglia di mandare tutti al diavolo, impegnandomi a scrivere qualche osservazione sparsa di commento a questo documento.
Purtroppo per il lettore volenteroso, non si tratta di Facebook, per cui è consigliabile leggere PRIMA il testo linkato, e poi il commento che si trova qui.
Anche se credo che qualcosa, o molto, si possa capire anche leggendo solo il mio scritto.
Partiamo dalla citazione di un passo del "manifesto" di Sinistra Anticapitalista (come tutte le citazioni letterali posta in carattere corsivo) per poi ripercorrere man mano i passi più significativi del testo in esame:
la
necessità che un governo di sinistra abbia il coraggio di
disobbedire alle ingiunzioni delle autorità e dei trattati europei.
Questo deve essere accompagnato da una mobilitazione popolare
incoraggiata dal governo e da una serie di misure forti: organizzare
un audit del debito con la partecipazione dei cittadini, approntare
misure di controllo dei movimenti dei capitali, socializzare il
settore finanziario e il settore dell’energia, riformare
radicalmente la fiscalità… . E, sicuramente, assumere
l’inevitabile dibattito sulla zona euro, di cui l’uscita è
un’opzione che deve essere difesa almeno in alcuni paesi
Bellissimo,
meraviglioso.
Mi
ricorda il dibattito in un imprecisato comune in un tempo
imprecisato, dove il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco,
deliberò:
Punto
uno: costruiremo un nuovo Municipio sul luogo dove sorge il vecchio
Punto
due: in attesa del nuovo Municipio continueremo ad usare il vecchio
In
questo caso mi piacerebbe sapere come si fa a - “disobbedire a i
trattati” “approntare misure di controllo dei movimenti di
capitali” “socializzare il settore finanziario” “riformare la
fiscalità” “optare [eventualmente] per l'uscita dall'euro” -
senza avere recuperato la sovranità nazionale. Evento tassativamente
escluso nel titolo sotto la fatwa intitolata “scorciatoie
nazionaliste”.
Ridicolo,
sempre che non si tratti di altro.
Difatti
subito dopo arriva la diretta auto-smentita: “solo
forti misure
sovrane
e unilaterali di autodifesa permetteranno alle autorità
nazionali
e ai popoli che le hanno elette di mettere in campo questa rottura e
di dare una prima risposta al problema del debito illegittimo per
rompere con l’austerità”.
Passiamo
ai “cinque
obiettivi fondamentali”
del
nemico-Troika,
e precisamente al quinto:
“Rafforzare
su scala europea (tanto
a livello di Ue quanto di ciascun stato membro) le forme autoritarie
di governo senza ricorrere direttamente a nuove esperienze di tipo
fascista, nazista, franchista, salazarista o tipo regime dei
colonnelli greci”
Il
punto ignora tranquillamente che siamo una colonia americana, come
dimostra il caso dell'Ucraina: la bamboccia Merkel credeva di averla
in pugno, tanto
da dare solennemente e pubblicamente
il via libera al suo pugile per concludere il Putsch
di Piazza Indipendenza a Kiev [nota come Piazza Maidan, solo che così
si dice, senza saperlo, Piazza Piazza], il
17 febbraio del 2014.
Si
era solo
scordata degli americani, che nella
notte tra il 19 e il 20 febbraio
hanno fatto entrare in scena in forze i nazifascisti (oltre che,
secondo Franco Fracassi, il probabile intervento diretto di
contractors americani): se occorre i fascisti sono sempre pronti. E
hanno sfilato di mano l'Ucraina alla Merkel. E la Germania continua a
pagare caro questo scherzetto tentato verso i padroni USA.
E
in Grecia? Possibile che nessuno in Italia abbia “notato” che la
stessa alta funzionaria americana protagonista del golpe ucraino, ha
fatto una visitina
a Tsipras, in attesa del famoso referendum. E sì che ci fu un
comunicato ufficiale del Dipartimento di stato americano che spiegava
per filo e per segno gli scopi della visitina.
Naturalmente il comunicato era scritto in impeccabile linguaggio
diplomatico, ma il senso era perfettamente chiaro. Ebbene, cercando
con Google in italiano, di quella visita non si trova quasi traccia
(io almeno
una vera traccia non
l'ho trovata). Cercando in altra
lingua,
lo stesso Google traboccava di articoli
che davano per scontata la minaccia diretta americana di un golpe
cruento contro Tsipras.. Ma, come noto, non si vede mai quel che non
si vuol vedere, e
non si sa mai quel che non si vuol sapere.
Comunque
anche il
documento di Sinistra Anticapitalista arriva al punto che si può ben
condividere:
“rafforzare
il campo delle forze che non hanno alcuna illusione sull’Ue e la
zona euro e che si pongono un’autentica prospettiva ecosocialista
di rottura con l’Ue così
come è costituita.
Bisogna partire dalla constatazione che l’Ue e la zona euro non
sono riformabili.” Difatti.
E allora perché non schierarsi con il secondo corteo previsto
per il 25 marzo?
Ma
no, si è capito male. Si è sottovalutato il così
come è costituita!
Difatti
poi la suonata cambia: “Certamente,
all’inizio, tutta una serie di misure dovranno e potranno essere
prese su
scala europea
per rilanciare l’economia, ridurre l’ingiustizia sociale, rendere
sostenibile il rimborso del debito e ridare ossigeno alla
democrazia.”
Quindi
l'Europa è riformabile!
Incredibile
ma vero: come la storia del Municipio: buttiamolo giù ma stiamoci
dentro! Ecco qua: “Si
impone una prima conclusione: senza prendere delle forti misure
sovrane e unilaterali di autodifesa, le autorità nazionali e i
popoli che le hanno delegate per rompere con l’austerità non
potranno porre fine alla violazione dei diritti umani perpetrata su
richiesta dei creditori e delle grandi imprese private.”
Ma
come si può cambiare se:
“Per
ottenere ciò, occorrerebbero delle vittorie elettorali simultanee
nei principali paesi così come in molti paesi della periferia.”
Ecco
che si ripropone il vecchio dilemma: Si
dovrà staccare
dall'Europa
un solo paese [ricordi
la diatriba:
il socialismo in un solo paese o
la rivoluzione in tutto il mondo]?
Non
sia mai detto: “Così
come in passato,
è necessario adottare una strategia internazionalista e spingere ad
un’integrazione europea dei popoli opposta al perseguimento
dell’integrazione attuale che è totalmente dominata dagli
interessi del grande capitale.”
Ci
siamo con la soluzione? Come allora ci voleva la rivoluzione
permanente che non arriva mai, ora ci sarà “l'integrazione europea
dei popoli che non arriva mai?
Naturalmente,
verrebbe da dire. Manca solo un elemento:
un colpevole. Anzi: IL colpevole: “Se
Syriza avesse adottato una strategia corretta, ci sarebbe potuto
essere nel 2015 una svolta decisiva”.
Ma come: non si era detto che è impossibile?
Ed
ecco che si svela l'arcano:
“Dieci
proposte per non riprodurre la capitolazione che abbiamo conosciuto
in Grecia”.
Prima
proposta: Disobbedire
[per caso sono ancora in Rifondazione con Ferrero?]
Secondo
punto [non è più una proposta?] Tsipras ha tradito
la volontà popolare: non ha mobilitato la piazza [ricordare la
Nuland! Allungare l'elenco di
chi ha “mobilitato la piazza”,
o
tentato un qualche cambiamento reale degli equilibri
per favore: Allende, Moro, Saddam Hussein, Gheddafi, Guevara,
Sankara, Panagulis … Tsipras…ma anche quelli che più o meno
fortunosamente hanno salvato la testa: Mossadeq, Arbenz, Aristide
Janukovyč ecc ecc]
Terzo
punto. Impegnarsi
a organizzare un audit del debito
[l'uovo
di Colombo: basta non pagare. Perché nessuno ci ha pensato?]
Quarta
misura. Imporre
il
controllo dei movimenti dei capitali. [una
delle cose che si erano definite impossibili!]
Quinta
misura. Socializzare
il settore finanziario e il settore dell’energia. [Cioè
un quasi-comunismo stalinista, così in un colpo solo. Complimenti!
Senza
contare che non si sa che cosa vorrebbe dire “socializzare”:
proprietà statale? E non sarebbe capitalismo di stato? E cosa vuol
dire “controllo cittadino? E i contadini no?]
Proposta
numero sei: Creazione
di una moneta complementare, non convertibile. [Un
trucco stupido: chi la emette? Lo stato. Non è “nazionalismo?
Credere di aggirare i problemi con i trucchi: incredibile. Ho sentito
in un dibattito citare, come
“moneta complementare”
le am-lire nell'Italia occupata … dagli Am-ericani subito
dopo la guerra:
bella forza: avevano solo vinto la guerra!]
La
settima misura:
una
riforma radicale della fiscalità.
[se
si legge la proposta integrale, non vedo la differenza con tutte le
altre proposte di “sinistra” - Ferrero è già più radicale: “i
soldi ci sono!” - basta distribuirli!]
Ottava
misura: De-privatizzazioni.
«Ricomprare» le imprese private con un euro simbolico. Così, da
questo punto di vista, utilizzare l’euro potrebbe risultare molto
simpatico, pagando un euro simbolico a quelli che hanno profittato
delle privatizzazioni. E rafforzare ed estendere i servizi pubblici
sotto controllo cittadino. [di
nuovo niente contadini- ed oplà l'anticapitalismo è fatto. Perché
non l'hanno detto subito a Tsipras?
Oppure gliel'hanno detto, ma lui no!, non ha voluto farlo Eppure era
facile! Eppure era semplice!]
Nona
misura: La realizzazione di un vasto piano d’urgenza per la
creazione di posti di lavoro socialmente utili e per la giustizia.
[Evviva!
Mi chiedo sempre di più perché non si sono reiscritti a
Rifondazione votando in massa la mozione di Ferrero senza le
modifiche proposte da Dino Greco]
Decima
misura: Aprire
un vero processo costituente. [Giusto
fatta una rivoluzione di parole, cosa costa inventare qualche nuova
parola e chiamarla “Costituzione”?]
In
conclusione: un incredibile pasticcio “firmato da più di 70
personalità attive in numerosi paesi europei”. L'avranno almeno
letto?
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