martedì 14 marzo 2017

25 marzo 2017 - contro l'Europa della finanza - morto il gatto i topi ballano

In occasione del sessantesimo anniversario del trattato istitutivo della Comunità Economica Europea la sinistra si presenta ancora frazionata, sempre più frazionata. Eppure per qualche decennio il processo di cooperazione europea non ha impedito uno sviluppo, per certi versi impetuoso, sia delle capacità produttive della società, che del livello di vita medio delle persone. Che cosa è accaduto, quale catastrofe si è abbattuta sull'Europa (e sul mondo, o, almeno in una parte del mondo, o sulla maggior parte del mondo, ma nella misura più eclatante proprio sull'Europa)?
Ad uno sguardo comune, non accecato dalla ideologia, dal pensiero desiderante, o dal volgare interesse monetario, cioè dalla menzogna, la risposta è immediata e banale: il crollo dell'URSS, quali che siano le cause che hanno condotto a questo esito. Eppure TUTTO IL MONDO DELLA "SINISTRA", almeno di quella italiana, si rifiuta di partire da questa banale constatazione, per tentare di progettare di nuovo il futuro.
Se poi, chi si propone sul "mercato politico" pretende di richiamarsi al comunismo, e contemporaneamente si mette alla testa dei detrattori radicali del comunismo reale, non può che essere un mentecatto, che giustamente verrà ignorato e deriso dai risultati raggiunti, prima ancora che dagli avversari.
In questo campo particolarmente patetici sono i miei amici trotzkisti, che hanno sempre sbagliato tutto, che non hanno mai fatto una rivoluzione, ma che per stupidità o per ingenuità, o per interesse, continuano a vedere rivoluzioni dappertutto, e a segare le gambe a chi lavora per costruire una vera alternativa. Come se non bastassero i problemi veri.
Nel nostro caso, come se non bastassero, appunto, due diverse manifestazioni della sinistra a Roma per contestare il "neoliberismo reale" con gli orrori che sempre più ammorbano la vita di grandi masse, la Sinistra auto-nominata anticapitalista si scinde ulteriormente, mettendosi a mordere le caviglie di coloro che saranno in manifestazione.
Per giustificare la loro mossa pubblicano una specie di manifesto a questo indirizzo:
Di fronte a questo ho sentito il dovere di scacciare la voglia di mandare tutti al diavolo, impegnandomi a scrivere qualche osservazione sparsa di commento a questo documento.
Purtroppo per il lettore volenteroso, non si tratta di Facebook, per cui è consigliabile leggere PRIMA il testo linkato, e poi il commento che si trova qui.
Anche se credo che qualcosa, o molto, si possa capire anche leggendo solo il mio scritto.

Partiamo dalla citazione di un passo del "manifesto" di Sinistra Anticapitalista (come tutte le citazioni letterali posta in carattere corsivo) per poi ripercorrere man mano i passi più significativi del testo in esame:

la necessità che un governo di sinistra abbia il coraggio di disobbedire alle ingiunzioni delle autorità e dei trattati europei. Questo deve essere accompagnato da una mobilitazione popolare incoraggiata dal governo e da una serie di misure forti: organizzare un audit del debito con la partecipazione dei cittadini, approntare misure di controllo dei movimenti dei capitali, socializzare il settore finanziario e il settore dell’energia, riformare radicalmente la fiscalità… . E, sicuramente, assumere l’inevitabile dibattito sulla zona euro, di cui l’uscita è un’opzione che deve essere difesa almeno in alcuni paesi

Bellissimo, meraviglioso.
Mi ricorda il dibattito in un imprecisato comune in un tempo imprecisato, dove il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco, deliberò:

Punto uno: costruiremo un nuovo Municipio sul luogo dove sorge il vecchio
Punto due: in attesa del nuovo Municipio continueremo ad usare il vecchio

In questo caso mi piacerebbe sapere come si fa a - “disobbedire a i trattati” “approntare misure di controllo dei movimenti di capitali” “socializzare il settore finanziario” “riformare la fiscalità” “optare [eventualmente] per l'uscita dall'euro” - senza avere recuperato la sovranità nazionale. Evento tassativamente escluso nel titolo sotto la fatwa intitolata “scorciatoie nazionaliste”.
Ridicolo, sempre che non si tratti di altro.
Difatti subito dopo arriva la diretta auto-smentita: solo forti misure sovrane e unilaterali di autodifesa permetteranno alle autorità nazionali e ai popoli che le hanno elette di mettere in campo questa rottura e di dare una prima risposta al problema del debito illegittimo per rompere con l’austerità.

Passiamo ai “cinque obiettivi fondamentalidel nemico-Troika, e precisamente al quinto:
Rafforzare su scala europea (tanto a livello di Ue quanto di ciascun stato membro) le forme autoritarie di governo senza ricorrere direttamente a nuove esperienze di tipo fascista, nazista, franchista, salazarista o tipo regime dei colonnelli greci”
Il punto ignora tranquillamente che siamo una colonia americana, come dimostra il caso dell'Ucraina: la bamboccia Merkel credeva di averla in pugno, tanto da dare solennemente e pubblicamente il via libera al suo pugile per concludere il Putsch di Piazza Indipendenza a Kiev [nota come Piazza Maidan, solo che così si dice, senza saperlo, Piazza Piazza], il 17 febbraio del 2014. Si era solo scordata degli americani, che nella notte tra il 19 e il 20 febbraio hanno fatto entrare in scena in forze i nazifascisti (oltre che, secondo Franco Fracassi, il probabile intervento diretto di contractors americani): se occorre i fascisti sono sempre pronti. E hanno sfilato di mano l'Ucraina alla Merkel. E la Germania continua a pagare caro questo scherzetto tentato verso i padroni USA.
E in Grecia? Possibile che nessuno in Italia abbia “notato” che la stessa alta funzionaria americana protagonista del golpe ucraino, ha fatto una visitina a Tsipras, in attesa del famoso referendum. E sì che ci fu un comunicato ufficiale del Dipartimento di stato americano che spiegava per filo e per segno gli scopi della visitina. Naturalmente il comunicato era scritto in impeccabile linguaggio diplomatico, ma il senso era perfettamente chiaro. Ebbene, cercando con Google in italiano, di quella visita non si trova quasi traccia (io almeno una vera traccia non l'ho trovata). Cercando in altra lingua, lo stesso Google traboccava di articoli che davano per scontata la minaccia diretta americana di un golpe cruento contro Tsipras.. Ma, come noto, non si vede mai quel che non si vuol vedere, e non si sa mai quel che non si vuol sapere.

Comunque anche il documento di Sinistra Anticapitalista arriva al punto che si può ben condividere:

rafforzare il campo delle forze che non hanno alcuna illusione sull’Ue e la zona euro e che si pongono un’autentica prospettiva ecosocialista di rottura con l’Ue così come è costituita. Bisogna partire dalla constatazione che l’Ue e la zona euro non sono riformabili.” Difatti. E allora perché non schierarsi con il secondo corteo previsto per il 25 marzo?

Ma no, si è capito male. Si è sottovalutato il così come è costituita!
Difatti poi la suonata cambia: Certamente, all’inizio, tutta una serie di misure dovranno e potranno essere prese su scala europea per rilanciare l’economia, ridurre l’ingiustizia sociale, rendere sostenibile il rimborso del debito e ridare ossigeno alla democrazia.”

Quindi l'Europa è riformabile!

Incredibile ma vero: come la storia del Municipio: buttiamolo giù ma stiamoci dentro! Ecco qua: Si impone una prima conclusione: senza prendere delle forti misure sovrane e unilaterali di autodifesa, le autorità nazionali e i popoli che le hanno delegate per rompere con l’austerità non potranno porre fine alla violazione dei diritti umani perpetrata su richiesta dei creditori e delle grandi imprese private.

Ma come si può cambiare se: “Per ottenere ciò, occorrerebbero delle vittorie elettorali simultanee nei principali paesi così come in molti paesi della periferia.”

Ecco che si ripropone il vecchio dilemma: Si dovrà staccare dall'Europa un solo paese [ricordi la diatriba: il socialismo in un solo paese o la rivoluzione in tutto il mondo]?
Non sia mai detto: Così come in passato, è necessario adottare una strategia internazionalista e spingere ad un’integrazione europea dei popoli opposta al perseguimento dell’integrazione attuale che è totalmente dominata dagli interessi del grande capitale.
Ci siamo con la soluzione? Come allora ci voleva la rivoluzione permanente che non arriva mai, ora ci sarà “l'integrazione europea dei popoli che non arriva mai? Naturalmente, verrebbe da dire. Manca solo un elemento: un colpevole. Anzi: IL colpevole: “Se Syriza avesse adottato una strategia corretta, ci sarebbe potuto essere nel 2015 una svolta decisiva”. Ma come: non si era detto che è impossibile?

Ed ecco che si svela l'arcano:
Dieci proposte per non riprodurre la capitolazione che abbiamo conosciuto in Grecia.

Prima proposta: Disobbedire [per caso sono ancora in Rifondazione con Ferrero?]
Secondo punto [non è più una proposta?] Tsipras ha tradito la volontà popolare: non ha mobilitato la piazza [ricordare la Nuland! Allungare l'elenco di chi ha “mobilitato la piazza”, o tentato un qualche cambiamento reale degli equilibri per favore: Allende, Moro, Saddam Hussein, Gheddafi, Guevara, Sankara, Panagulis … Tsipras…ma anche quelli che più o meno fortunosamente hanno salvato la testa: Mossadeq, Arbenz, Aristide Janukovyč ecc ecc]
Terzo punto. Impegnarsi a organizzare un audit del debito [l'uovo di Colombo: basta non pagare. Perché nessuno ci ha pensato?]
Quarta misura. Imporre il controllo dei movimenti dei capitali. [una delle cose che si erano definite impossibili!]
Quinta misura. Socializzare il settore finanziario e il settore dell’energia. [Cioè un quasi-comunismo stalinista, così in un colpo solo. Complimenti! Senza contare che non si sa che cosa vorrebbe dire “socializzare”: proprietà statale? E non sarebbe capitalismo di stato? E cosa vuol dire “controllo cittadino? E i contadini no?]
Proposta numero sei: Creazione di una moneta complementare, non convertibile. [Un trucco stupido: chi la emette? Lo stato. Non è “nazionalismo? Credere di aggirare i problemi con i trucchi: incredibile. Ho sentito in un dibattito citare, come “moneta complementare” le am-lire nell'Italia occupata … dagli Am-ericani subito dopo la guerra: bella forza: avevano solo vinto la guerra!]
La settima misura: una riforma radicale della fiscalità. [se si legge la proposta integrale, non vedo la differenza con tutte le altre proposte di “sinistra” - Ferrero è già più radicale: “i soldi ci sono!” - basta distribuirli!]
Ottava misura: De-privatizzazioni. «Ricomprare» le imprese private con un euro simbolico. Così, da questo punto di vista, utilizzare l’euro potrebbe risultare molto simpatico, pagando un euro simbolico a quelli che hanno profittato delle privatizzazioni. E rafforzare ed estendere i servizi pubblici sotto controllo cittadino. [di nuovo niente contadini- ed oplà l'anticapitalismo è fatto. Perché non l'hanno detto subito a Tsipras? Oppure gliel'hanno detto, ma lui no!, non ha voluto farlo Eppure era facile! Eppure era semplice!]
Nona misura: La realizzazione di un vasto piano d’urgenza per la creazione di posti di lavoro socialmente utili e per la giustizia. [Evviva! Mi chiedo sempre di più perché non si sono reiscritti a Rifondazione votando in massa la mozione di Ferrero senza le modifiche proposte da Dino Greco]
Decima misura: Aprire un vero processo costituente. [Giusto fatta una rivoluzione di parole, cosa costa inventare qualche nuova parola e chiamarla “Costituzione”?]

In conclusione: un incredibile pasticcio “firmato da più di 70 personalità attive in numerosi paesi europei”. L'avranno almeno letto?

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