martedì 22 novembre 2016

Lidia Cirillo, il prisma e la scimmia catarrina

La diffrazione della luce solare genero lo spettro
Ho sempre sentito parlare molto bene di Lidia Cirillo da persone che stimo molto, ma non l'avevo mai sentita parlare direttamente, e neppure avevo mai letto nulla di scritto da lei.
Perciò, quando nel nostro piccolo mondo bresciano, dove, dice un noto giornalista, si fa tutto, ma anche, dice invece un noto pentito di mafia, si butta nelle nostre discariche tutta la merda chimica d'Italia, fra due suoi compagni di strada è scoppiata una baruffa interna a base di insulti palesi e velati a proposito di un suo articolo, senza per altro che nessuno dei due contendenti entrasse nel merito del contenuto dell'articolo pietra dello scandalo, mi è venuta la curiosità di leggerlo.
Per essere sicuro di capirlo bene, ho cominciato a tradurlo, visto che, pur essendo lei italiana, riuscivo a trovare il testo di questo articolo solo in francese, sia che si trattasse del sito della rivista "Inprecor", che sembrerebbe il sito generatore, sia su altri siti. La cosa più strana è stata che, personalmente non sono riuscito a trovare l'articolo integrale in italiano neppure sul sito di Communia, entità a cui sembra appartenere Lidia Cirillo.
Scimmia ragno all'abbeverata
Devo dire che ho trovato il linguaggio di Lidia Cirillo estremamente chiaro, senza la minima traccia delle fumisterie post-moderne che inquinano quasi tutti gli scritti degli "intellettuali di sinistra" contemporanei.
Ma proprio questa trasparenza cristallina mostra con evidenza drammatica, a mio avviso, le fratture logiche, direi le faglie tettoniche, di un pensiero irrecuperabilmente deteriorato, dove gli eventuali lampi di luce cruda che svelano e denunciano, a volte, le piaghe della autoproclamata sinistra contemporanea, sono regolarmente seguiti da repentine cadute negli stessi crepacci che il lampo aveva appena mostrato.
L'articolo mi è parso addirittura emblematico di quelle che a me appaiono vere e proprie distorsioni percettive, molto diffuse in determinati ambiti della auto proclamata sinistra italiana e forse internazionale, per cui ho pensato che a due o tre lettori potrebbero interessare le considerazioni che la lettura dell'articolo di Lidia Cirillo uscito su Inprecor mi hanno suggerito.

Costruirsi nella classe probabile
di Lidia Cirillo*

* Lidia Cirillo milita nella sezione italiana della IV internazionale dal 1966. Attualmente è membro dell'organizzazione Communia, una delle due frazioni pubbliche della sezione italiana.

Si è chiamato «movimento operaio» un insieme dai confini incerti, conflittuale al suo interno, ma sinergico malgrado tutto. Questo insieme comprendeva gli «gli stati operai burocraticamente degenerati» (poco importa qui se l'espressione rendeva la realtà); solidi apparati, che avevano privato il lavoro salariato del potere di decidere, ma che allo stesso tempo ne subivano la pressione; settori strutturalmente forti della classe operaia industriale con la loro propria cultura; strutture di partito, capaci di organizzare settori popolari; intellettuali marxisti che hanno riempito le biblioteche di discussioni, di polemiche, di letture e riletture; il buon senso della base militante che assorbiva in maniera indiretta e semplificata la produzione teorica; movimenti di liberazione nazionale che cercavano la protezione dell'Unione Sovietica e che si avventuravano nella costruzione di socialismi nazionale più o meno credibili; una base elettorale stabile e corrispondente in gran parte ad una classe, ecc.
Questo insieme è soggetto da molto tempo a estinzioni, metamorfosi, decomposizioni. Gli Stati detti operai sono scomparsi; i partiti di lontana origine operaia hanno subito metamorfosi – complete in certi casi; i legami che ci hanno permesso di pensare il movimento operaio come un insieme sinergico si sono decomposti; la rivolta di società devastate da pratiche di tipo imperialista si manifesta in forme molto diverse da quelle che aspiravano al sostegno dell'Unione Sovietica o della Cina.
Pensare che questa dissoluzione massiccia di forze materiali e di nessi abbia lasciato intatti i paradigmi, i simboli, le categorie analitiche di quell'insieme equivarrebbe a essere sprovvisti di ogni criterio materialista di lettura.
La IVa Internazionale ... leggi tutto

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